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Cosa è il COI?

Nella scheda di ogni cane è presente un dato numerico, il coefficiente  COI (Coefficient of Imbreeding, o Coefficiente di Wright ma più comunemente Coefficiente di Consanguineità) che viene espresso tramite una percentuale. Questo coefficiente è uno strumento per stimare la consanguineità (il grado di omozigosi) di un soggetto e può fornire alcune indicazioni sulla probabilità di trasmettere una o più caratteristiche; la simulazione del COI risultante tra due ipotetici riproduttori è indispensabile per valutare con accuratezza un accoppiamento. Quali sono i principi su cui si fonda questo strumento? Il calcolo di questo coefficiente si basa su un semplicissimo fondamento di biologia: un figlio riceve esattamente metà corredo genetico dal padre e metà dalla madre e ad ogni generazione successiva i geni trasmessi si dimezzano.  Partendo da questo presupposto quando nella genealogia di un cane esistono degli antenati comuni, il loro corredo genetico interviene per due o più volte. Aumenta così la probabilità che nel cane un gene si trovi accoppiato al suo omologo, ovverosia lo stesso allele, ereditato dallo stesso antenato comune ai genitori, producendo lo stato di omozigosi per quel gene. Un esempio pratico può rendere meglio il concetto:

 

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Buck

Harry

July

 

Lady

Harry

Ana

  

I due genitori Buck e Lady possono avere ricevuto lo stesso gene g da Harry che è Eterozigote G/g. Il cucciolo può quindi essere omozigote per il gene  (g/g) a causa dell’antenato comune ai genitori, Harry, con una certa probabilità.

Questa probabilità, relativa ad un qualsiasi gene del cucciolo, costituisce il suo COEFFICIENTE DI INBREEDING (o CONSANGUNEITA’). Questa probabilità può essere anche intesa come la frazione di geni omozigoti per discendenza comune complessivamente presenti nel genoma del cucciolo. Ad esempio una consanguineità del 10% significa che la probabilità che ogni singolo gene sia omozigote per discendenza mendeliana è di 1 a 10, ma allo stesso tempo che il 10% dei suoi geni, rispetto al suo intero genoma, sono omozigoti per discendenza mendeliana. E’ importante notare che lo stesso gene g può essere ereditato anche perché molto frequente nella popolazione di una razza, e quindi anche da due antenati non parenti. Ma il Coefficiente di Inbreeding si riferisce esclusivamente ai geni ereditati per ascendenza comune.

Come valutare la cifra espressa dal COI rispetto ai legami di parentela comunemente conosciuti? Facciamo qualche esempio pratico con dei pedigree, e tutto risulterà più chiaro e intuitivo.



Accoppiamento tra fratelli: COI 25%

Gli antenati comuni sono tutti i nonni del futuro cucciolo, i cui genitori condividono il 50% del patrimonio genetico, accoppiandosi la porzione si dimezza e quindi la probabilità di omozigosi nella prole è del 25%


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 Accoppiamento tra Genitore e Figlio: COI 25%

In questo esempio l’antenato comune è B  che sarà madre della cucciolata, ma è anche madre del suo partner. Il figlio A possiede certamente il 50% dei geni della madre B. Accoppiandosi, madre e figlio mettono a disposizione metà geni quindi la probabilità di omozigosi per si dimezza ed è quindi pari al 25%.

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Accoppiamento tra nonno e nipote: COI 12,5%

Rispetto all’esempio precedente la porzione di geni dell’antenato comune B si riduce della metà, in quanto c’è una generazione di distanza in più.

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 Accoppiamento tra mezzi fratelli: COI 12,5%

In questo esempio l’antenato comune è il nonno C, ovvero i genitori del futuro cucciolo, A e B, hanno la madre in comune e sono quindi mezzi fratelli o fratellastri.

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Accoppiamento con antenato in 2° e 3° generazione: COI 6,25%

In questo esempio l’antenato comune E, rispettivamente padre e nonno dei genitori della cucciolata

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 Fonte Web

 

 

 

 
 
 

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